Nuova legge sui “compro oro”: colpiti anche gli orafi artigiani

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15/06/2017

La protesta di Confartigianato che durante il dibattito parlamentare ha chiesto e motivato la netta distinzione tra le due categorie merceologiche.

Costi (Confartigianato): «Le nostre imprese messe in difficoltà da quella che doveva essere una positiva legge sull’antiriciclaggio»

In Italia non si conoscono mezze misure. O tutto o niente, verrebbe da dire, di fronte al nuovo decreto legislativo varato dal governo il 24 maggio scorso, che impone precise regole all’attività dei cosiddetti “compro oro”. L’obiettivo della norma, condiviso da Confartigianato, è il controllo del settore per combattere pratiche illegali e rischi di riciclaggio. Ma la legge ha ecceduto, includendo anche gli orafi artigiani tra i soggetti che devono rispettare i rigorosi obblighi imposti a chi svolge soltanto attività di compravendita di metalli e oggetti preziosi.

Durante il dibattito parlamentare che ha preceduto l’emanazione del decreto, Confartigianato ha chiesto a Camera e Senato che la normativa non caricasse di nuova burocrazia gli orafi artigiani che svolgono attività di compravendita di oro usato soltanto in forma marginale e occasionale: una posizione accolta e condivisa dalle Commissioni di entrambe le Camere. Ma alla fine ha prevalso la linea dura e il nuovo decreto assesta un brutto colpo al settore dell’oreficeria artigiana.

«Siamo profondamente delusi – afferma Luca Costi, segretario Confartigianato Liguria – perché in Parlamento abbiamo abbondantemente motivato le richieste di distinzione all’interno delle categorie merceologiche. Con questa legge, dietro un’ottima finalità, in realtà si raggiunge l’effetto opposto. Quella che era una legge positiva dedicata all’antiriciclaggio rischia invece di mettere in gravissima difficoltà gli operatori economici del settore, penalizzandoli fortemente nella loro attività».

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