EDILIZIA: Confartigianato Liguria interviene sul Piano Casa

Tempo di lettura: 3 minuti
04/02/2011

Per il presidente Grasso: «Necessaria l'estensione ai fabbricati esistenti a destinazione non residenziale e l'eliminazione del limite dei 2 mila metri cubi»

«Dopo l'ennesima fumata nera di ieri in Regione con il mancato inserimento nella calendarizzazione dell'approvazione del nuovo Piano Casa siamo sempre più preoccupati per i tempi del provvedimento legislativo». Così Giancarlo Grasso, presidente di Confartigianato Liguria, commenta la notizia per cui il Piano non verrà discusso entro febbraio in Regione.

«La legge n. 49/2009, che nasce come aiuto straordinario del settore edile, da almeno tre anni in piena crisi, non ha ancora svolto un reale ruolo di supporto per l'attività delle imprese viste le eccessive limitazioni di applicazione - puntualizza Grasso - Il settore edile è trainante per l'intera economia ligure: il Piano casa poteva rappresentare una possibilità per il rilancio delle costruzioni, dare ossigeno alle imprese in un contesto di crisi globale così acuto e di cui ancora non si vede la fine. Nel contempo poteva diventare lo strumento per sanare situazioni di degrado urbanistico e architettonico».

Confartigianato Liguria, in rappresentanza delle circa 47 mila imprese artigiane sul territorio, ha presentato le proprie osservazioni nel corso dell’audizione odierna da parte della VI Commissione Territorio e Ambiente della Regione Liguria.

Nell’evidenziare la sostanziale condivisione delle proposte di legge presentate, frutto anche della concertazione preventiva con l’assessore all'Urbanistica Marilyn Fusco, tra le ipotesi di modifica avanzate dall'associazione, l'estensione del Piano agli edifici agricoli - e non solo a quelli residenziali come oggi previsto dalla legge - dato che spesso si trovano in situazioni di degrado, di sottoutilizzo e di impropria destinazione d'uso.

«Sarebbe opportuno - si legge nella proposta di Confartigianato Liguria - ammettere interventi di demolizione e ricostruzione  con cambio di destinazione in residenza e contestuale ampliamento del volume esistente,  eventualmente da rapportare in percentuali differenziate in relazione alla loro consistenza».

Confartigianato Liguria propone che siano contemplati nel provvedimento anche i “fabbricati esistenti a destinazione non residenziale, non ricadenti in zone produttive, suscettibili di riqualificazione urbanistica, architettonica e ambientale” per consentire una loro riconversione maggiormente coerente, sia per destinazione d’uso che per qualità architettonica, con il tessuto urbano di appartenenza. Si ritiene che tali interventi, classificabili come sostituzione edilizia ai sensi della l.r.16/2008, potrebbero essere approvati con semplice permesso di costruire convenzionato, se realizzati in sito e attraverso una conferenza dei servizi solo se comportano il trasferimento dei volumi in altra zona. Per contrastare le situazioni di degrado degli edifici residenziali esistenti sul territorio, Confartigianato Liguria propone l'eliminazione del limite dei 2 mila metri cubi (introdotto come correttivo dell’art. 6 della l.r. 49/2009) ampliando di fatto la categoria degli “edifici suscettibili di  riqualificazione urbanistica, architettonica ed ambientale”.

Categorie: 
Edili
Edilizia