Dunque, sono stati eletti il 4 marzo e sono entrati in carica il 23 marzo, da quel giorno iniziando a percepire gli emolumenti, certo non irrisori.
Ma deputati e senatori della diciottesima legislatura non è che si stiano propriamente spaccando la schiena.
Certo, lo sappiamo benissimo.
In assenza di un nuovo e governo e con l'esecutivo di Paolo Gentiloni dimissionario, le Camere non possono lavorare a pieno regime e le stesse commissioni permanenti sono ancora in stand-by, nemmeno costituite.
Certo, in questo momento, ci sono al lavoro solo le commissioni speciali per portare avanti i progetti urgenti del governo, i decreti-legge.
Certo, altri lavori di deputati e senatori - ad esempio la presentazione di progetti di legge e l'attività di sindacato ispettivo - possono tranquillamente essere portati avanti.
Certo, in parecchi - a partire dall'ex ministro Enrico Costa passato dal Misto di "Noi con l'Italia" alle truppe berlusconiane - hanno già trovato il modo di cambiare gruppo parlamentare o almeno componente del Gruppo Misto.
Ma, per l'appunto, non si può dire che i primi due mesi dalle elezioni siano stati contraddistinti da un superlavoro.
E "Accettate il Consiglio" è andato ad indagare su cosa hanno fatto deputati e senatori.
Il Senato della Repubblica si è riunito, fino al momento in cui scriviamo, sei volte.
Le prime due per eleggere la presidente Maria Elisabetta Alberti Casellati e quindi i senatori sono stati impegnati realmente solo nei pochi minuti necessari alla votazione in sedute durate rispettivamente otto ore e un minuto la prima - ma con due ore e quarantadue minuti di sospensione - e tre ore e diciotto minuti, applausi compresi, la seconda.
Poi, Palazzo Madama ha aperto cinque ore per votare l'ufficio di presidenza - con un'ora e venticinque minuti di sospensione - e poi per altre tre sedute: un'ora e 49 minuti la prima, un'ora e 31 minuti la seconda e sette minuti per l'annuncio di un decreto legge, la terza.
Insomma, Stakanov era un'altra cosa.
Alla Camera, invece, la prima seduta per eleggere Roberto Fico è durata 26 ore e cinquanta minuti.
Ma con sei sospensioni dei lavori, una delle quali, quella notturna, durata 14 ore e venti minuti.
Poi, a furia di deroghe per la costituzione dei gruppi parlamentari, altre tre sedute sono state dedicate ad eleggere vicepresidenti, questori e segretari, anche stavolta con sedute lunghe, ma impegno reale di circa cinque minuti: sei ore e un quarto la prima, con un'ora e tre quarti di sospensione dei lavori; due ore e 35 minuti la seconda, compresi i quaranta di sospensione; e due ore e mezzo la terza, compresa mezz'ora di sospensione.
Poi, ci sono state altre tre sedute rispettivamente di venticinque minuti, di un quarto d'ora e di un'ora e venticinque, ma con un minuto di sospensione. E un'ultima lunedì per la discussione generale su un decreto. Non faticosissima.
Poi, a dire il vero, ci sono da conteggiare due sedute comuni, la seconda oggi, del Parlamento in seduta comune di tutti i membri di Camera e Senato per eleggere membri della Corte Costituzionale e del Consiglio superiore della magistratura.
Ovviamente, finora, le votazioni sono andate a vuoto.
Perfetto riassunto di questa storia.



