ACCETTATE IL CONSIGLIO (20) - A sinistra la parabola dei buoni Pastorini di Massimiliano Lussana

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30/01/2018

C'è un partito, Liberi e Uguali, e c'è un'area, quella a sinistra del Pd, dove a Genova pare esserci una precondizione per partecipare: chiamarsi Pastorino.

E' un po' come a Chioggia, dove come insegna un emblema del fascino, anche intellettuale, chiozzotto come Anna Chieregato, una delle donne più belle del mondo, tutti si chiamano più o meno allo stesso modo. E basta scorrere l'elenco del telefono per vedere che ci sono 7761 Boscolo seguiti da un soprannome per distinguerli a seconda di caratteristiche fisiche (Boscolo Moretto, Boscolo Rizzo...), professionali (Boscolo Contadin, Boscolo Stagnaro...), patronimici (Boscolo Anzoletti, Boscolo Tonon...) o caratteriali (Boscolo Baruffaldi, Boscolo Bizzarro...). E poi ci sono tantissimi Tiozzo, molti Penzo, tanti Nordio e via di questo passo, tutti con opportuni soprannomi, come racconta anche Goldoni e per la disperazione dei postini di Chioggia e Sottomarina.

Ecco, nella sinistra-sinistra genovese funziona così, solo con Pastorino al posto di Boscolo.

E, intendiamoci, non sono parenti, non è una storia di nepotismo, ma semplicemente di curiosa omonimia.

C'è l'ex sindaco di Bogliasco e deputato civatiano di Liberi e Uguali Luca Pastorino, oggi ricandidato con ottime possibilità di tornare a Montecitorio.

C'è il capogruppo di Rete a Sinistra & liberaMente Liguria, che è un po' complicato da scrivere, ma è sempre quell'area lì, che in Regione è Gianni Pastorino. E che, incidentalmente, alle regionali, appoggiava la candidatura a governatore di Luca Pastorino.

C'è il coordinatore di Sinistra Italiana, il partito di Nicola Fratoianni che conta anche sull'eurodeputato Sergio Cofferati, candidato pure lui anche alle politiche nell'uninominale, che si chiama Bruno Pastorino, è stato assessore comunale ed è una delle persone più miti e simpatiche che siano state a Tursi, una sorta di Fausto Bertinotti al pesto.

E poi c'è Gian Piero Pastorino, per tutti Gian, corpulento ex consigliere provinciale e comunale dell'area di Sel, che ancor oggi frequenta la sala Rossa come collaboratore dei gruppi ed ha raccolto l'eredità di Arcadio Nacini per portare le istanze della Rifondazione movimentista e dei comitati del Ponente in Comune.

Insomma, pure loro andrebbero identificati come Pastorino il bello (Luca), Pastorino il sindacalista (Gianni), Pastorino il puro (Bruno) e Pastorino il duro (Gian).

Logico poi che l'altro esponente di spicco del partito genovese, Stefano Quaranta, non sia stato candidato in una posizione migliore da Liberi e Uguali, nonostante le proteste della base e nonostante un gran lavoro parlamentare.

Si fosse chiamato Stefano Pastorino, magari...